boutonniere sposo

La boutonnière

Quando un fiore parla di te

È il mio fiore all’occhiello. Espressione che indica eccellenza, qualcosa di cui andare fieri. Qualcosa che salta subito all’occhio per valore e poesia. Nel lessico imperituro del bon ton, il fiore all’occhiello si chiama boutonnière. Un elemento floreale da inserire nel rever sinistro della giacca, definito altresì in gergo “bouquet dello sposo” che, teoricamente, dovrebbe seguire lo stesso stile ed essere in assonanza cromatica con quello della sposa.

Tracciare l’origine di questa usanza è difficile. C’è chi dice che fu il principe Alberto di Sassonia Coburgo, in occasione del suo matrimonio con la regina Vittoria, a intagliare una piccola asola nel risvolto della sua giacca con un coltello sfilato dalla tasca per infilarvi un fiore; e da quel momento pare avesse ordinato un occhiello in tutte le sue giacche al fine di inserirvi un elemento floreale. C’è chi dice che negli anni delle guerre civili inglesi le due fazioni opposte utilizzassero fiori di colori diversi per distinguere i nemici, troppo simili alle truppe amiche perché parlavano lo stesso idioma e venivano dalle stesse zone. Il boom delle boutonnières risale però al diciannovesimo secolo, quando gli uomini hanno iniziato ad indossarli sul bavero delle proprie giacche come vezzo.

 

La boutonnière è un accessorio di stile. E, come tale, segue lo stile del matrimonio. Se è bucolico, saranno concessi fiori di campo e girasoli, o rose selvatiche; altresì andranno benissimo margherite, piccole spighe di grano o sottili rami di lavanda, a enfatizzare la purezza della natura. A legare il tutto potrebbe essere un filo di canapa rustica, essenziale eppure completa. Per creare un fil rouge con le nuance pastello del bouquet della sposa sono perfetti i mughetti, oppure le peonie.

Naturalmente, non si esula dalla regola che vuole la rosa rossa come simbolo di amore e passione; in alternativa, sulle gradazioni del rosso e del viola, meno impegnative, sono le bacche, arricchite da fogliame composto ad arte.

I più eccentrici potranno comporre boutonnières creative, tracciate con carta di giornali, fogli musicali, elementi poetici in cellulosa.

Gli abiti di alta sartoria, sotto il bavero, hanno un piccolo passante realizzato con del filo, in cui si può inserire il gambo del fiore in modo che resti saldo. Se mancasse, una spilla da balia appuntata leggermente svolgerà la stessa funzione.

Anche in questo contesto vigono delle regole. La boutonnière dello sposo dovrebbe essere diversa da quella di tutti gli altri uomini presenti alla cerimonia, testimoni compresi. Però, tutti gli uomini vicini allo sposo dovrebbero indossare boutonnières, seppur diverse, al pari dei genitori degli sposi e dei paggi che portano le fedi (se sono previsti) oltre ai parenti stretti degli sposi. E per nessuna ragione “il fiore all’occhiello” deve stonare con il bouquet della sposa!